Dare futuro alla memoria
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la storia e le origini



Famiglia di Rom ursari, Oltenia (Romania). © Stefano Pasta

La storia dei gruppi romanì è una pluralità di storie:
sulla loro origine si sa molto poco. 

L’assenza di una tradizione scritta è il motivo principale per il quale è difficile ricostruire un quadro ben articolato delle vicende storiche delle popolazioni romanì. La storia di questo popolo è affidata  o al racconto orale di favole e di miti tramandati dai membri più anziani a quelli più giovani, oppure è scritta da altri.
Molti studiosi concordano sulla loro origine indiana. In assenza di una documentazione storica certa, si deve ai glottologi il merito di aver individuato i rom e sinti come un gruppo originario dell’India centrale, affine per lingua e caratteristiche somatiche a quello della regione in cui oggi i parlano le lingue hindi e punjabi. Fino a qualche tempo fa, si pensava che le popolazioni romanì giunte in Europa appartenessero a un unico gruppo che dall’India si mosse in blocco verso l’Occidente. Oggi, si è maggiormente propensi a credere che quegli immigrati indiani, appartenenti a diverse tribù, si spostarono in Persia  nel corso di un lungo intervallo di tempo compreso tra il 250 e il 650 d.C.

È a partire dagli inizi del 1400 che diversi gruppi cominciano a penetrare in Europa, muovendosi dai Balcani. Questo spostamento interessa tutta l’Europa e nuclei  numericamente più consistenti.

Da allora in poi, la storia di queste popolazioni fu caratterizzata da episodi di intolleranza e di discriminazione (antiziganismo).
La società europea, impegnata in quegli anni in un continuo processo di definizione e ri-definizione dei propri confini, ha messo in atto quel meccanismo di blaming, attraverso il quale ha attribuito colpe e responsabilità i corpi più vulnerabili della società, giustificandone il disciplinamento e il controllo. Nei confronti delle popolazioni romanì si è sviluppata una legislazione repressiva che attraverso bandi, editti, decreti del potere civile e condanne del potere religioso ha continuamente escluso e mantenuto ai margini queste popolazioni, con l’accusa ora di stregoneria, ora di vagabondaggio o di spionaggio, passando poi, in tempi più recenti, ad adottare una più raffinata politica di controllo, attraverso la quale si è continuamente tentato di annullarne l’identità attraverso un’assimilazione forzata.

Tuttavia, analizzando la pluralità di modalità di iscrizione dei gruppi zigani nelle società urbane e rurali, emerge che alcuni gruppi zigani si sono ben integrati nelle società locali del Continente.