Vittorio Foa

Vittorio Foa introduce una importante riflessione sulla specificità della Shoah. Il genocidio perpetrato dai nazisti è stato un prodotto della modernità, non un barbaro retaggio del passato. I progressi della scienza sono stati utilizzati non per migliorare la vita dell’uomo ma per produrre la morte.

Vittorio Foa nacque a Torino il 18 settembre 1910 da una famiglia ebraica piemontese. Fu un politico, giornalista e scrittore, grande esponente del pensiero di sinistra. Si laureò in Giurisprudenza nel 1931 all'Università di Torino. Nel 1933 entrò in Giustizia e Libertà, movimento politico antifascista.

Nel 1935, venne arrestato a Torino e condannato a 15 anni di reclusione per attività antifascista. Nel 1943 uscì dal carcere ed entrò nel Partito d’Azione (PdA), e fu poi rappresentante nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), prendendo dunque parte alla Resistenza.

Dopo la guerra, Vittorio continuò la sua attività politica. Fu membro della Direzione del Partito d’Azione (PdA), deputato alla Costituente, deputato socialista per tre legislature, e senatore. Fu anche segretario nazionale della Federazione Impiegati Operai Metallurgici (FIOM), poi entrò nella Segreteria della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL). Più tardi Foa decise di lasciare gli incarichi sindacali, per dedicarsi agli studi. Insegnò Storia contemporanea nelle Università di Modena e di Torino. Dal 1987 al 1992 tornò alla vita politica e fu senatore della Repubblica. Vittorio Foa è morto a Formia il 20 ottobre 2008.

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