Karl Stojka:
Venivamo da Vienna. Vienna era sempre il nostro centro. Ma se era una giornata come oggi - marzo, aprile - mio padre sellava i cavalli e portava la sua famiglia - c'erano ancora alcuni familiari là, a fare un giro, un viaggio, per dire. Viaggiavano da Vienna verso Wiener Neutstadt o St. Pölten in direzione di Graz...
Otto Rosenberg:
E poi ci hanno diviso nei blocchi secondo i nostri tatuaggi. Io sono stato mandato al blocco tre. Il nome del più anziano nel mio blocco era Erich. Io ho lavorato in questo blocco per un po' e non mi picchiavano e non ho dovuto soffrire per altre cose. Ma non mi rendevo conto di ciò che stava succedendo in un lager...
Liudmila Ivanova-Marants:
Noi in particolare eravamo piuttosto riservati, perché quando qualcuno ti chiamava zingaro, era considerato un insulto… ricordo un viaggio con mio padre a Mosca, dove mi portò in un teatro gitano. Avevo circa 14 anni. Fu allora che vidi altri zingari, e mi sentii così contenta e in un certo senso divenni fiera di fare parte di questa gente perché erano persone bellissime e di grande talento.