Dare futuro alla memoria
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La scuola una via di riscatto

La storia di Marius, 16 anni, rom romeno, emigrato nelle baraccopoli di Milano.
Fino a 15 anni, Marius non era mai andato a scuola

(Slum Stories Tv).




Eva Rizzin, sinta italiana, dottore di ricerca in Geopolitica, scrive:

“La scolarizzazione è sicuramente la chiave della futura emancipazione delle nuove generazioni rom e sinte ed è risaputo che lo scarso livello di scolarizzazione di molti rom e sinti costituisce oggi in Europa il principale ostacolo nell’accesso al mondo del lavoro. Questo viene a parole affermato da tutti ed è anche stato portato come “sostegno” delle misure discriminatorie quali la schedatura etnica e le impronte digitali prese ai minori rom. Ma il diritto all’istruzione non si garantisce solo con i proclami: è necessario dar vita a condizioni sociali e misure politiche che lo rendano accessibile. Sarebbe importante, invece, garantire stabilmente ed efficacemente ai bambini e ai giovani sinti e rom un’istruzione non discriminatoria, cioè lo stesso diritto ad un’istruzione di qualità indipendentemente dalla loro estrazione. Fondamentale è dunque sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi che i bambini rom e sinti devono affrontare e sulle possibili soluzioni, coinvolgendo quindi insegnanti, sindacati, autorità didattiche e gli stessi genitori. Per molti bambini, che vivono quotidianamente tra sgomberi forzati, comportamenti discriminatori, insostenibilità dei costi e grande distanza dell’istituto, la frequenza scolastica diventa impossibile. Spesso, inoltre, i programmi di insegnamento falliscono nell’offrire una risposta ai bisogni degli alunni rom e sinti nel guardare positivamente al contributo che gli stessi possono portare alla vita della classe”.

(E. Rizzin, "L’antiziganismo in Italia e in Europa", in G. Loy, R. Cherchi, "Rom e sinti in Italia", Ediesse, Roma, 2009, pp. 84-85).