Sul web e sui social network i commenti sugli "zingari" raggiungono espressione razziste che invocano apertamente il Porrajmos.
"Per comprendere il grado di diffusione di questo strisciante razzismo anti-zingaro in Italia è (...) sufficiente visionare le pagine di Facebook, attualmente il più celebre social network sul quale ormai milioni di persone appartenenti ai maggiori Stati d'Europa si sono liberamente iscritti per dialogare in una sorta di forum a distanza. Facebook offre l'opportunità di aggregarsi liberamente in gruppi di cui viene autonomamente proposto il soggetto di discussione. Se si ricerca il termine "zingari" per individuar i gruppi che riportano nel proprio titolo di discussione questo lemma, ci si trova di fronte a una lista che va oltre la ventina di proposte i lingua italiana, la maggior parte inneggianti a un nuovo genocidio dei rom e dei sinti da attuare al più presto con centinaia di iscritti. La medesima ricerca con il termine "ebrei" è più rincuorante: la maggior parte dei gruppi propongono riflessioni relative alla memoria della Shoah e dei genocidi che hanno caratterizzato il Novecento; è un sollievo, anche se non si può dimenticare che, proprio in occasione del Giorno della Memoria 2009, sono tornate alla ribalta delle cronache posizioni negazioniste e palesemente antisemite".
(Bravi L., La "questione zingari" nell'Italia fascista. La costruzione culturale di una categoria razziale, in Vitale T., "Politiche possibili", Carocci, Roma, 2009, pp. 23-29)
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