Insedimento informale a Seine-Saint Denis, nord-est di Parigi, dove alcune famiglie si sono accampate dopo lo sgombero da Villeneuve-Le Roi dell'11 settembre 2012, © Amnesty Iternational.
"Sosta vietata ai nomadi e agli ambulanti", cartello a Tamnay-en-Bazois (Francia), 2007, © Monique Heddebaut .
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- Agosto-settembre 2010: la Francia rimpatria in Romania e Bulgaria un migliaio di Rom, cittadini UE, con voli aerei.
L'azione è preceduta da una campagna mediatica e culturale di stigmatizzazione. Il presidente Nicolas Sarkozy definisce i campi irregolari "focolai di criminalità", che, di lì a poco, vengono smantellati. Associazioni, organismi internazionali e parte della società civile condannano l'azione. Molti rom dichiarano che, in base alla libera circolazione europea, torneranno a breve in Francia.
- Il 9 settembre 2010, il Parlamento europeo approva una risoluzione che chiede la sospensione delle espulsioni di massa dei Rom dal paese. Si chiede a tutti i governi europei di promuovere l'integrazione dei Rom e si esprime profonda preoccupazione per "la retorica incendiaria e apertamente discriminatoria dei discorsi politici", così come per "le misure adottate dalla Francia e da altri Stati membri, che hanno preso di mira i rom e i girovaghi".
- Settembre 2010: la Commissione Ue apre una procedura di infrazione contro la Francia per violazione della direttiva comunitaria sulla libertà di circolazione all'interno dei confini europei.
- 2011-2012: nel 2011 sono sgomberati 85 campi abusivi (8610 persone); nei primi nove mesi del 2012, 73 campi (8198 persone) (Fonte: Amnesty International).
- Amnesty International: il rapporto "Cacciati via: sgomberi forzati dei rom nell'Ile-de-France" (novembre 2012, in inglese); comunicato stampa (in italiano).
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