Warsaw Ghetto Uprising: David Jakubowski

David ricorda il primo atto di resistenza armata nel gennaio 1943 del gruppo Zydowská Orgánizacjá Bojówa (ZOB, o Organizzazione ebraica di combattimento), comandato da Mordechai Anielewicz, con l’ attacco ad una pattuglia tedesca inviata a rastrellare ebrei per deportarli nei campi di sterminio. Pur subendo la perdita di alcuni uomini, l’azione di Anielewicz ha successo e provoca una sospensione delle retate per alcuni giorni. Da gennaio ad aprile 1943, la ZOB elabora un piano strategico coinvolgendo anche l’altro gruppo la Żydowski Związek Walki (ŻZW, o Unione combattente ebraica), acquistando a caro prezzo armi e munizioni, addestrando al combattimento i propri uomini e predisponendo numerosi bunkers come rifugio per la popolazione civile. David, in quanto medico, diventa responsabile di un bunker che può contenere 70 – 80 persone.

David Jakubowski nacque il 30 novembre 1911, a Aleksandrów Kujawski, nell’Impero Russo (adesso Polonia). Visse con suo padre Herman Jakubowski, proprietario di un alimentari, sua madre Helen Jakubowski, casalinga, e la sorella minore Ruth. David stava studiando medicina all’università di Cracovia quando fu chiamato alle armi nell’esercito polacco negli anni Trenta. Dopo un anno di addestramento obbligatorio per gli ufficiali fu assegnato a un reggimento di fanteria a Wloclawek come ufficiale medico e iscritto nella lista delle riserve.

Quando scoppiò la guerra nel 1939 David passò al servizio attivo e fu schierato con il suo reggimento a Wloclawek. Il reggimento, stazionato vicino alla frontiera della Prussia Orientale ed esposto a pesante fuoco d’artiglieria durante l’attacco tedesco alla Polonia, si ritirò verso est.  Poco dopo l’invasione il reggimento fu circondato dalle forze armate tedesche; David e altri soldati furono catturati come prigionieri di guerra.  David fu costretto a lavorare come medico in diversi ospedali per prigionieri di guerra sotto l’auspicio dei tedeschi; fu poi congedato e andò a vivere con dei parenti a Varsavia. Quando tuttli gli ebrei di Varsavia furono ghettizzati dalle autorità occupanti, David continuò a lavorare come medico in un ospedale del ghetto di Varsavia. Partecipò attivamente alla lotta contro l’occupazione durante la Rivolta del Ghetto di Varsavia del 1943. A seguito delle rappresaglie naziste David fu arrestato e, insieme ai compagni della resistenza, deportato al campo di concentramento di Majdanek.  Al suo arrivo fu selezionato per i lavori forzati a Heinkel-Flugzeugfabrik (la fabbrica di aerei di Heinkel) e trasferito al campo di lavoro  di Budzyn, dove fu costretto ad eseguire servizi medici.  Nel febbraio del 1944 David fu inviato a un altro settore della Heinkel-Flugzeugfabrik, un campo di lavoro a Mielec. Con l’avanzare dell’armata rossa, fu trasferito un’altra volta al campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania, poi al sottocampo di Hersbruck, dove lavorò in una cava e nell’ospedale del campo. David fuggì da una marcia della morte tra Hersbruck e Dachau nell’aprile del 1945 e si trattenne a Hohenfels, un villaggio in Bavaria, finché il territorio non fu liberato dalle forze armate statunitensi.

Dopo la liberazione David lavorò come medico e amministratore sanitario di un campo profughi in Germania gestito dall’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) e successivamente dall’IRO (International Refugee Organization). Là conobbe sua moglie, Helen First; che sposò ad Amberg nell’agosto del 1946. Arrivarono negli Stati uniti il 30 maggio 1949 e si stabilirono a New York, dove David lavorò come medico e Helen si dedicò alla ricerca in laboratorio. Ebbero un figlio e una figlia. Dopo la guerra David apprese che i suoi genitori e sua sorella furono uccisi in un camion a gas nel ghetto di Kutno, in Polonia.

L’intervista è stata condotta a Riviera Beach, in Florida, USA l’11 dicembre 1995. L’intervistatore è stato Marvin Greenberg e il cameraman Giora Gerzon.

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